Al di là delle numerosissime forme che possono rientrare nel grande calderone di questo genere musicale (è troppo semplicistico e penso anche errato definire, come fa wiki, che "la forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute", dato che parliamo di una musica nata e diffusasi oralmente per decine di anni prima di essere stampata, per cui è impossibile pensare che sia nata con un numero di battute ben noto e costante), ci sono alcuni elementi identificativi pressoché comuni:
- gli accordi di "dominante"
- i "gradi" di questi accordi
- i "gradi" di questi accordi
- le "blue notes"
Vediamo punto per punto.
Gli accordi di dominante
Sono accordi caratterizzati da quattro note suonate contemporaneamente e vengono generalmente indicati con la sigla dell'accordo e il numero 7 a fianco, nominati "accordi di settima" o "accordi di dominante" (es: Do settima = Do7). Queste note sono:
1) La tonica (1)
2) La terza maggiore (3M)
Gli accordi di dominante
Sono accordi caratterizzati da quattro note suonate contemporaneamente e vengono generalmente indicati con la sigla dell'accordo e il numero 7 a fianco, nominati "accordi di settima" o "accordi di dominante" (es: Do settima = Do7). Queste note sono:
1) La tonica (1)
2) La terza maggiore (3M)
3) La quinta (5)
4) La settima minore (7b, con la b di bemolle per far capire che si tratta della settima abbassata di un bemolle, cioè di un semitono)
Per esempio se prendiamo le note della scala di Do, cioè tutti i tasti bianchi della tastiera
Do, re, mi fa sol, la, si
Do, re, mi fa sol, la, si
possiamo numerare le sette note della scala
Do, re, mi, fa, sol, la, si
1 , 2 , 3 , 4 , 5 , 6 , 7
e di queste sette prendiamo quelle 4 elencate prima, ovvero
Do Mi Sol Sib (ovvero il Si abbassato di un semitono)
che suonate insieme costituiscono l'accordo di dominante Do7.
e di queste sette prendiamo quelle 4 elencate prima, ovvero
Do Mi Sol Sib (ovvero il Si abbassato di un semitono)
che suonate insieme costituiscono l'accordo di dominante Do7.
Un esempio:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/70/Septymowo_dominanta.ogg
Gli accordi di dominante hanno un suono riconoscibilissimo, sono infatti accordi "sospesi" poiché la presenza di quella settima minore o bemolle conferisce una sensazione di respiro strozzato in gola, come essere sul ciglio di un trampolino prima che qualcuno ci butti in piscina... creano quella che si definisce una "tensione", percepibile anche fisicamente. Deve succedere qualcosa per sentirsi rilassati, "a casa" come amano dire i musicisti.
Quello che succede nell'armonia classica europea (e NON nel blues, cosa che appunto fa assurgere questo discorso sugli accordi di dominante uno dei punti chiave di questa musica) è che questi accordi devono assolutamente essere "risolti", cosa che in genere avviene così:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/07/V7-I_resolution.mid
Quello che si sente è lo stesso accordo di dominante ripetuto tre volte che "risolve" sull'accordo di tonica. Che cos'è un accordo di tonica? E' quello che definisce la tonalità del pezzo, la "casa" appunto. Esempio tipico, mai sentito "sonata in do maggiore del ceffo taidei tali"? Il Do maggiore è appunto l'accordo di tonica.
Nell'armonia classica europea, la tonalità del pezzo, cioè l'accordo di tonica è un vero e proprio centro gravitazionale, come il sole rispetto ai suoi pianeti: tutti gli accordi che si sentono nel brano sono definiti e posizionati in funzione di quell'accordo di tonica, che ci definisce, anche in maniera emotiva, una situazione di stabilità del brano. In questo modo le sensazioni che si generano (inquietudine come gioia, potenza come calma, terrore come ironia....) sono in gran parte dovute al rapporto coesistente tra quest'accordo "mamma" o "casa" e tutti gli altri altri che attorno ad esso è possibile costruire per creare effetti e colori diversi.
Il secondo audio, quello dei tre dominanti che risolvono, definisce appunto la tipica risoluzione di quella tensione posseduta dall'accordo di dominante: la risoluzione sull'accordo di tonica. Questa risoluzione è talmente "necessaria", quasi scontata, al punto che questo movimento (dominante a cui segue tonica) prende il nome di "cadenza perfetta" ed è la maniera con cui chiude in genere un brano di musica classica.
Tutto questo per dire che nel blues questo non succede: l'accordo di dominante non risolve, non va da nessuna parte, quella tensione rimane così com'è senza giungere al suo accordo di tonica. Tra le tante strutture del blues, una delle più semplici è costituita da 3 accordi, Do, Fa e Sol. Al di là delle strutture però, di cui parlerò nel prossimo capitolo, è importante notare che sono 12 battute di SOLI accordi di dominante, uno per battuta:
Do7 | Do7 | Do7 | Do7 |
Fa7 | Fa7 | Do7 | Do7 |
Sol7 | Sol7 | Do7 | Do7 |
Ormai, dopo decenni di ascolti e diffusione di questa musica, il nostro orecchio si è abituato a sentire gli accordi di dominante quasi come stabili (non come trecento anni fa, in cui se in una partitura un accordo di dominante non veniva risolto su un accordo di tonica si era espulsi e derisi in qualsiasi scuola di musica...).
Eppure questa scelta armonica, una tensione che non va da nessuna parte ma anzi è seguita da un altro accordo di tensione anziché da uno di risoluzione, ha comportato una rivoluzione fondamentale nei gusti, nelle orecchie, nelle musiche e di conseguenza nelle vite di tante persone. Ancor'oggi, nonostante non ci risulti così strano che un accordo di dominante sia seguito da un altro di dominante (abituati da tanti ascolti rock e di derivati), quindi non risolto, questa scelta ci fa percepire il colore della musica che stiamo ascoltando: un blues o un jazz. Ci porta alla mente campi di cotone e schiavi africani, cantastorie rovinati dalla vita, alcolici e polvere da sparo... ma anche fumosi locali, cocktail lisci, cappelli e impermeabili, eleganza mascolina, un'America che tutti almeno una volta abbiamo sognato e che è possibile ritrovare visivamente nella splendida serie AMC "Mad Man".
La chiave del blues, non solo musicale, intendo proprio a livello stilistico e anche "filosofico" è dunque una dissonanza reiterata. Qualcosa che va esattamente nella direzione opposta del concetto stesso di "armonia", quella europea, in cui è invece la consonanza, l'ordine, la perfezione, la spinta verso il puro e il celestiale a dettare legge e a spingere i compositori a comporre.
Probabilmente è anche per questo che il blues è fin dalla sua nascita e nell'immaginario comune la musica ritenuta "del diavolo", generata da cantastorie, ladri, ubriaconi (a proposito di questo tema consiglio questa raccolta di blues pre- e post-carcere: http://www.amazon.it/dp/B007549L9K), suonata in sudici locali da sgangherati musicisti, genitrice del rhythm&blues e del rock, musiche ad alto tasso danzereccio, promiscue ed erotiche.
Personalmente ritengo sia questa la spiegazione del suo fascino misterioso, del suo magnetismo. Come un brivido che ci percorre ogni volta che stiamo per fare qualcosa di errato o di pericoloso (agli occhi del mondo o più semplicemente della nostra coscienza), il blues genera un misto di sensazioni, di atmosfere, di ricordi. Saranno le non-risoluzioni, le stonature volute delle "blue notes" (di cui poi parlerò), questo camminare sul filo tra l'artista e il dilettante della musica, l'improvvisazione senza alcun canovaccio scritto...
E' una musica che non appartiene alla nostra storia, è qualcosa di prettamente americano e più specificamente afro-americano. Eppure ci è magicamente famigliare, come se risollevasse qualcosa che è dentro di noi, impolverato da anni di moralismi e "culture ufficiali".
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/7/70/Septymowo_dominanta.ogg
Gli accordi di dominante hanno un suono riconoscibilissimo, sono infatti accordi "sospesi" poiché la presenza di quella settima minore o bemolle conferisce una sensazione di respiro strozzato in gola, come essere sul ciglio di un trampolino prima che qualcuno ci butti in piscina... creano quella che si definisce una "tensione", percepibile anche fisicamente. Deve succedere qualcosa per sentirsi rilassati, "a casa" come amano dire i musicisti.
Quello che succede nell'armonia classica europea (e NON nel blues, cosa che appunto fa assurgere questo discorso sugli accordi di dominante uno dei punti chiave di questa musica) è che questi accordi devono assolutamente essere "risolti", cosa che in genere avviene così:
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/0/07/V7-I_resolution.mid
Quello che si sente è lo stesso accordo di dominante ripetuto tre volte che "risolve" sull'accordo di tonica. Che cos'è un accordo di tonica? E' quello che definisce la tonalità del pezzo, la "casa" appunto. Esempio tipico, mai sentito "sonata in do maggiore del ceffo taidei tali"? Il Do maggiore è appunto l'accordo di tonica.
Nell'armonia classica europea, la tonalità del pezzo, cioè l'accordo di tonica è un vero e proprio centro gravitazionale, come il sole rispetto ai suoi pianeti: tutti gli accordi che si sentono nel brano sono definiti e posizionati in funzione di quell'accordo di tonica, che ci definisce, anche in maniera emotiva, una situazione di stabilità del brano. In questo modo le sensazioni che si generano (inquietudine come gioia, potenza come calma, terrore come ironia....) sono in gran parte dovute al rapporto coesistente tra quest'accordo "mamma" o "casa" e tutti gli altri altri che attorno ad esso è possibile costruire per creare effetti e colori diversi.
Il secondo audio, quello dei tre dominanti che risolvono, definisce appunto la tipica risoluzione di quella tensione posseduta dall'accordo di dominante: la risoluzione sull'accordo di tonica. Questa risoluzione è talmente "necessaria", quasi scontata, al punto che questo movimento (dominante a cui segue tonica) prende il nome di "cadenza perfetta" ed è la maniera con cui chiude in genere un brano di musica classica.
Tutto questo per dire che nel blues questo non succede: l'accordo di dominante non risolve, non va da nessuna parte, quella tensione rimane così com'è senza giungere al suo accordo di tonica. Tra le tante strutture del blues, una delle più semplici è costituita da 3 accordi, Do, Fa e Sol. Al di là delle strutture però, di cui parlerò nel prossimo capitolo, è importante notare che sono 12 battute di SOLI accordi di dominante, uno per battuta:
Do7 | Do7 | Do7 | Do7 |
Fa7 | Fa7 | Do7 | Do7 |
Sol7 | Sol7 | Do7 | Do7 |
Ormai, dopo decenni di ascolti e diffusione di questa musica, il nostro orecchio si è abituato a sentire gli accordi di dominante quasi come stabili (non come trecento anni fa, in cui se in una partitura un accordo di dominante non veniva risolto su un accordo di tonica si era espulsi e derisi in qualsiasi scuola di musica...).
Eppure questa scelta armonica, una tensione che non va da nessuna parte ma anzi è seguita da un altro accordo di tensione anziché da uno di risoluzione, ha comportato una rivoluzione fondamentale nei gusti, nelle orecchie, nelle musiche e di conseguenza nelle vite di tante persone. Ancor'oggi, nonostante non ci risulti così strano che un accordo di dominante sia seguito da un altro di dominante (abituati da tanti ascolti rock e di derivati), quindi non risolto, questa scelta ci fa percepire il colore della musica che stiamo ascoltando: un blues o un jazz. Ci porta alla mente campi di cotone e schiavi africani, cantastorie rovinati dalla vita, alcolici e polvere da sparo... ma anche fumosi locali, cocktail lisci, cappelli e impermeabili, eleganza mascolina, un'America che tutti almeno una volta abbiamo sognato e che è possibile ritrovare visivamente nella splendida serie AMC "Mad Man".
La chiave del blues, non solo musicale, intendo proprio a livello stilistico e anche "filosofico" è dunque una dissonanza reiterata. Qualcosa che va esattamente nella direzione opposta del concetto stesso di "armonia", quella europea, in cui è invece la consonanza, l'ordine, la perfezione, la spinta verso il puro e il celestiale a dettare legge e a spingere i compositori a comporre.
Probabilmente è anche per questo che il blues è fin dalla sua nascita e nell'immaginario comune la musica ritenuta "del diavolo", generata da cantastorie, ladri, ubriaconi (a proposito di questo tema consiglio questa raccolta di blues pre- e post-carcere: http://www.amazon.it/dp/B007549L9K), suonata in sudici locali da sgangherati musicisti, genitrice del rhythm&blues e del rock, musiche ad alto tasso danzereccio, promiscue ed erotiche.
Personalmente ritengo sia questa la spiegazione del suo fascino misterioso, del suo magnetismo. Come un brivido che ci percorre ogni volta che stiamo per fare qualcosa di errato o di pericoloso (agli occhi del mondo o più semplicemente della nostra coscienza), il blues genera un misto di sensazioni, di atmosfere, di ricordi. Saranno le non-risoluzioni, le stonature volute delle "blue notes" (di cui poi parlerò), questo camminare sul filo tra l'artista e il dilettante della musica, l'improvvisazione senza alcun canovaccio scritto...
E' una musica che non appartiene alla nostra storia, è qualcosa di prettamente americano e più specificamente afro-americano. Eppure ci è magicamente famigliare, come se risollevasse qualcosa che è dentro di noi, impolverato da anni di moralismi e "culture ufficiali".
Nel 1929 una delle figure più importanti di questa musica, specialmente del cosiddetto "Delta Blues", ovvero Charley Patton, registra le sue magiche dissonanze reiterate e non risolte, sia con la voce che con la chitarra, storcendo, piegando, "stonando", addomesticando le note al favore delle sue emozioni e delle nostre.
https://youtu.be/JZ1zOarIoEA
https://youtu.be/JZ1zOarIoEA
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